ROMA

Cappella della Visione

La Storta. XVI secolo. Luogo di apparizione di Gesù a Sant'Ignazio di Loyola. Aperta tutti i giorni.

Aperta tutti i giorni. Messa tutte la mattine dal Lunedì al Venerdì, ore 8.00.

 

La storia narra che nel novembre 1537 Ignazio di Loyola e altri due sacerdoti si recarono a Roma, percorrendo la Via Cassia, per fondare la Compagnia di Gesù. Lungo la Via Francigena, alla Storta, Ignazio entrò in una delle numerose cappelle che, a supporto del viandante, costellano le vie di pellegrinaggio. Immerso in preghiera, ebbe la visione, l’apparizione di Gesù Cristo, tanto importante per la conferma del nome dato alla Compagnia di Gesù. Il luogo e la cappella divennero oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi soprattutto da parte dei religiosi gesuiti già subito dopo la fondazione dell’ordine, avvenuta nel 1540.

Nel 1700 il tredicesimo Preposito Ge­nerale della Compagnia di Gesù, lo spagnolo Tirso Gonzales de Santalla fece restaurare e decorare la cappella, come testimonia la lapide in marmo tuttora esistente apposta sopra la porta d’ingresso. Da allora l'aspetto esterno della Cappella rimase immutato. Due finestre ai lati del portone, bas­se, con gra­dini, simili a sedili, sui quali ci si può inginoc­chiare e ve­dere l’interno, sono una caratteristica tipica delle cappelle situate lungo le vie percorse dai pellegrini per permettere loro di racco­gliersi in preghiera davanti alle immagini sacre anche nel caso in cui avessero trovato le porte chiuse per motivi di sicurezza. Da notare i due paracarri agli angoli esterni, presi dai resti di qualche villa o casa anti­ca, forse dalla vicina Veio.

Dopo la I Guerra Mondiale, tra i progetti per la costituzione di un santuario dedicato a S. Ignazio a la Storta fu preso in considerazione anche un ampliamento della cappella, ma l’idea venne abbandonata per mancanza di spazio, preferendo la costruzione ex novo di una Chiesa sulla collinetta vicina che divenne poi l’attuale Chiesa Cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.

Dopo la distruzione durante un bombardamento nel maggio del 1944 la Cappella fu ricostruita nello stesso anno dal P. Norbert de Boynes, vicario generale. L’ultimo restauro risale al 1983.

 

La pala d'altare in ceramica è opera del gesuita catalano Cinto Casanovas che ha raffi­gurato il Santo vestito da pellegrino. Giunto ad un crocevia vicino alla cappel­la, di cui si vede la sagoma in basso a destra,  incontra Cristo che porta la croce. Sopra di loro Dio benedice l’incontro tra suo Figlio e Ignazio. Viene sottolineata dall’immagine l'importanza delle mani, le mani di Dio Padre, le mani del santo aperte in segno di filiale abban­dono, la mano di Gesù che benedice e ammoni­sce con le parole scritte, con la calligrafia di S. Ignazio stesso, nell'angolo destro: "lo a Roma sarò con voi."

Il mosaico della "Mater Domini" è una copia del mosaico, probabilmente del XII sec., che si trova nella Basilica di S. Pao­lo fuori le mura, (attualmente nella Cappella del SS. Sacramento), davanti al quale S. Ignazio e i suoi compagni fecero i loro primi voti ufficiali di Gesuiti, il 22 aprile 1541. Il modello iconografi­co è quello della "Vergine Odighitria", che si­gnifica Colei che indica la Via: la Vergine, vesti­ta in blu (ritratta, come nelle più antiche raffi­gurazioni - ad es. nelle Catacombe di S. Priscil­la -, con una stella sulla fronte), regge il Bambi­no col suo braccio sinistro e indica verso di Lui (la Via da seguire) con la mano destra. Gesù, ve­stito di porpora, con la mano sinistra regge il rotolo del Vangelo, men­tre con la destra benedice.

 

CURIOSITA’

L'8 novembre 1964 i circa 40 vescovi gesui­ti, presenti a Roma per il Concilio Vaticano II si recarono in pellegrinaggio a La Storta, per il 427° anniversario della Visione di S. Ignazio.

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